Teatro

Emerge a Mantova un palcoscenico galleggiante

Emerge a Mantova un palcoscenico galleggiante

L'Arcipelago di Ocno, ideato de Joseph Grima sul Lago Inferiore, è un'iniziativa di "Mantova Capitale Italiana della Cultura 2016" che rimarrà dotazione fissa alla città. Inaugurazione con l'Orchestra da Camera di Mantova diretta da Umberto Benedetti Michelangeli.

La leggenda narra che Mantova prese il nome dall’indovina Manto. Suo figlio e del dio del fiume, Ocno, fu il primo Re della città e insegnò ai pastori l’arte della musica. Nell’odierno Lago Inferiore è sorto l’Arcipelago di Ocno, un gruppo di sette isolotti tondeggianti, della stessa forma del bacino e anche delle foglie dei fiori di loto che tra luglio e agosto colorano le onde di riflessi orientali.

Un rapporto fortissimo e millenario tra la città e i tre laghi formati dal Mincio «che si impaluda», come descritto dal nativo Virgilio a Dante, nell’Inferno. Il tema dell’acqua riveste importanza atavica e viene traghettato nel nuovo Millennio da un moderno e affabile nocchiero: Joseph Grima, architetto, scrittore, pensatore, ricercatore di fama internazionale.

Il palcoscenico galleggiante viene inaugurato, o meglio varato, domenica 11 settembre, con un concerto in notturna che vede prendere posto sulle zattere di design i quarantacinque musicisti dell’Orchestra da Camera di Mantova, diretti da Umberto Benedetti Michelangeli nella Settima Sinfonia di Beethoven. Una piccola motonave fa la spola per condurre sulle rotonde il pubblico, mentre quanti non dovessero rientrare nei limiti di capienza e di portata massima (l’evento era già sold out prima di essere annunciato) possono assistere dalla riva, supportati da un impianto di amplificazione.

«Il lago è una presenza magica - spiga Grima - che fa da sfondo alla città ma, finora, non ne ha fatto veramente parte, anzi ha assolto funzione protettiva di barriera. Questa è un’opera versatile, non solamente ornamentale, che si candida a divenire soggetto attivo della collettività: una piazza le cui fondamenta non poggiano sul cemento ma sullo specchio d’acqua. Ad animare il nuovo centro di aggregazione, sono programmate attività quotidiane di vario genere (yoga, astronomia, cene, didattica) che ruotano attorno al fulcro costituito da eventi teatrali e musicali, performance di danza, proiezioni e installazioni sonore, affidati a realtà attive nel territorio, con cadenza fissa ogni venerdì e a ingresso gratuito, salvo un minimo contributo per il trasbordo. E i fortunati che possiedono una barca, possono assistere dal proprio “palco” privato».

«Se mi passate il politichese, è una “furbata” pazzesca - gongola il Sindaco Mattia Palazzi - c’è bellezza, c’è un filo logico, c’è coerenza». La forza del progetto del Comune, epicentro del programma di Mantova Capitale Italiana della Cultura 2016 con partner la Fondazione Umberto Artioli Mantova Capitale Europea dello Spettacolo, sta nel non limitarsi all’anno in corso bensì rimanere come dotazione stabile. In ottobre la struttura di 800 mq. verrà smontata per essere poi ricollocata, la prossima primavera, con una diversa disposizione e in un’altra prospettiva grazie agli ancoraggi modulari che sono stati definiti “a corpo morto”. La terminologia tecnica ancora una volta richiama la tradizione e fa pensare a Rigoletto di Verdi e al corpo di Gilda morente che sta per essere gettato nelle acque dal sicario Sparafucile, la cui Rocca guarda, oggigiorno benevola e da distanza ravvicinata, l’Arcipelago e getta l’ennesimo ponte tra storia, acqua, musica, cultura. Questa è mantovanità Doc.